Novità 2022

Il disegno come terapia. Prima edizione italiana

Un’opera dallo spirito originale e ancora oggi pionieristico che fornisce spunti di formazione e di lavoro per tutti i professionisti e gli appassionati nel campo dell’Arteterapia.

L’Autrice ci introduce al suo lavoro:

«Ogni attività artistica ha un compito speciale. Offre la possibilità di esternare le esperienze più profonde di un essere umano, è un prolungamento dell’anima! Tali esperienze possono essere espresse in molti modi, per esempio attraverso la pittura, la scultura, la musica e il movimento. Il disegno, tuttavia, ha un “significato” particolare, ed è proprio questo che voglio dimostrare.
È possibile, inoltre, trovare determinate connessioni tra disegno e cosmologia, filosofia, mineralogia, fisiologia, biologia e psicologia. In questo libro tratterò sette tecniche di disegno; in esse si possono scoprire sette qualità creative, nelle quali si manifestano sette tipi di energie che, come vedremo, corrispondono alle energie che emanano dai pianeti e agiscono sulla terra:

  1. disegno dal vero – desta attraverso l’osservazione cosciente;
  2. disegno geometrico – ha regole, è esatto, dà sicurezza;
  3. disegno a carboncino – infonde coraggio attraverso il passaggio
    tra luce e oscurità;
  4. disegno di forme – porta ordine al movimento;
  5. disegno con i pastelli – esprime i sentimenti più delicati;
  6. disegno dinamico – rende sensato un gioco di linee;
  7. disegno a tratteggio – crea l’effetto chiaroscuro attraverso
    linee ritmiche e sottili.

Voglio dunque parlare della relazione tra forze planetarie, metalli, organi e tecniche di disegno e descrivere i risultati ottenuti nell’arteterapia.
Una grande fonte di ispirazione è stata per me la lettura del libro “Metalli viventi” di Leendert Mees, medico a L’Aia, appassionato antroposofo e anche maestro di scuola Waldorf.
Ho conosciuto Leendert Mees nel 1949. Da giovane, quando era studente di medicina, Leendert aveva conosciuto Rudolf Steiner, poi ha lavorato una vita come medico e in seguito come scrittore, sempre ispirandosi all’antroposofia. Io sono della generazione successiva (1925). Dopo l’incontro con Leendert, ho
iniziato a lavorare anche io in quella direzione, come musicista e terapeuta.
Durante i nostri trentotto anni di matrimonio abbiamo collaborato in numerose conferenze e corsi, sia in Olanda sia all’estero. Di solito, Leen teneva una conferenza, ed io poi traducevo il contenuto in esercizi artistici che i partecipanti potevano eseguire con calma. Portavo così avanti ciò di cui lui aveva parlato.

Uno degli argomenti di carattere medico-scientifico che Leen ha studiato per molti anni è la connessione tra pianeti, metalli e organi umani. Queste connessioni erano conosciute nell’antichità, ma in seguito la relazione tra cosmo, terra e uomo si è persa nel tempo. Si tratta di una conoscenza che ai giorni nostri può essere rivalutata, ampliata e utilizzata a supporto della terapia medica. Per Leen, queste relazioni erano un punto centrale dell’operare umano e medico. Le sostanze materiali, secondo Leen Mees, sono espressione di energie immateriali, così come i medicinali sono portatori visibili di forze invisibili, che possono esercitare il loro effetto se applicate nel modo corretto. Leendert ha sempre cercato di guardare oltre le apparenze e ha approfondito l’uso di piante e minerali che vengono impiegati per la preparazione di medicamenti. Ciò che succede all’interno è molto importante, è qui che Leen ha trovato il collegamento con i pianeti, l’influsso dei pianeti sulla loro forma, crescita e qualità curativa. Questa è la chiave per comprendere e svelare i segreti del corpo umano.

Il mio libro è dunque il frutto di una collaborazione, di un sentire profondo e comune a proposito di temi che hanno la loro origine nel mondo delle stelle, che scendono poi nel territorio dei metalli e degli organi per sfociare infine nell’attività del disegno, attraverso le varie tecniche.

Il primo stimolo che mi ha condotto a ripercorrere in modo approfondito e sistematico le modalità del disegno è nato in seguito a un fatto accaduto trent’anni fa. Capitai casualmente nello studio di Leendert e vi rimasi durante una sessione terapeutica con una paziente che soffriva di molte paure e che si stava esercitando nella declamazione ritmica degli esametri dell’Odissea di Omero. Non si capiva molto delle sue parole e, ad un certo punto, mio marito le disse: “Metti più ferro nella voce!”, e la donna cominciò subito ad articolare meglio le parole e alzò anche il tono della propria voce. Anche la sua postura denotava improvvisamente maggiore sicurezza.
Poiché anche io avrei dovuto organizzare delle sessioni di arteterapia con quella donna, pensai che avrei dovuto trovare e applicare l’effetto dei metalli anche nel disegno. L’approccio ai metalli attraverso le varie tecniche di disegno mi sembrava ancora migliore di quello attraverso i colori, anch’essi in qualche modo legati ai pianeti. Mi resi conto che poteva essere di sostegno ai medicamenti e alla terapia del linguaggio. Iniziammo con il disegno a carboncino, evocando la forza e il coraggio richiesti per mettere lo scuro sul foglio. Dopo molti esercizi, i lavori cominciarono a diventare sempre più interessanti e ricchi di contrasti; sia la luce sia l’oscurità venivano vissuti con gioia dalla paziente.
Appariva dunque che le qualità del ferro possono essere scoperte e sviluppate attraverso l’attività artistica più appropriata. Questo vale naturalmente anche per le altre qualità dei metalli, che possiamo consigliare al paziente di rafforzare in se stesso se troppo deboli.
Nel mio studio ho notato per esempio che il disegno geometrico, sia con l’uso di squadra e compasso sia senza, stimola il pensiero razionale, l’impostazione esatta, misurabile, sottostante a leggi di forme cosmiche. Durante la pratica, mi sono resa conto che si tratta di un rafforzamento delle forze dello stagno.
Il disegno dal vero, invece, rende le persone più sveglie, più coscienti, più entusiaste verso il mondo esterno, facendole sentire più forti, radicate, in contatto. Le qualità che si sperimentano in questo tipo di lavoro artistico sono vicine a quelle del denso e compatto piombo.
Nelle delicate tecniche del tratteggio, del disegno con i pastelli e del disegno dinamico abbiamo a che fare con qualcosa di opposto. Il loro effetto è più liberatorio, stimolano a lasciarsi andare, richiedono un approccio più sensibile e amorevole. Sono collegate ai metalli più leggeri e brillanti che ritroviamo nei nostri organi e nel sangue, argento, rame e mercurio. La loro essenza così leggera e giocosa è nettamente in contrasto con le tecniche più gravi, pesanti e precise a cui ho accennato poco sopra.
Il disegno di forme, che in generale mostra un effetto armonizzante, ha le benefiche qualità che l’oro, anche sotto forma di luce solare e calore, possiede nei confronti della natura e dell’uomo. È adatto a tutti, anche ai bambini, che spesso lo fanno da soli. Dal punto di vista terapeutico queste forze solari sono un toccasana per i pazienti malati di cuore.

Il disegno è un’espressione della volontà, un’attività che può sostenere, o addirittura sostituire, in alcuni casi, l’assunzione passiva di medicinali con una esperienza attiva. Il paziente può diventare un collaboratore attivo nel processo di guarigione (salutogenesi).

Nella prima parte del libro riporterò una descrizione dei punti essenziali del lavoro di Leendert Mees sul collegamento tra pianeti e metalli. In seguito approfondirò il collegamento tra i sette organi più importanti e le tecniche di disegno. Molto spesso saranno le esperienze pratiche dell’arteterapia a mostrare come il disegno agisce sulle qualità dell’anima e sui sette organi principali. La combinazione di questi due aspetti crea un insieme interessante che spero possa sorprendere ed entusiasmare il lettore senza pregiudizi, incoraggiandolo a un lavoro personale. Perché soltanto allora si potrà realmente comprendere quanto
qui andrò a dire.

Nella seconda parte, presenterò una serie di esperienze pratiche e approfondirò vari aspetti del disegno, tra cui il disegno con i bambini, l’importanza del disegno nella pedagogia, la descrizione del lavoro con ex tossicodipendenti, ex alcolisti e persone con disturbi psicosomatici.»

Eva Mees-Christeller

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